Il rischio Psicologico

Vorrei porre, se possibile, un’attenzione ancor maggiore di quella dedicata alla definizione e all’analisi del rischio puro, alla comprensione di quello che io definisco Rischio Psicologico.
Ognuno di noi, per la propria natura, reagisce in maniera differente allo stress, sia questo di tipo fisico che, soprattutto, emotivo. Quando lo stress è legato al denaro, tali differenze si mostrano in maniera ancora più accentuata. Partiamo dal presupposto che a tutti piace guadagnare e a nessuno piace perdere. Quello che ci differenzia sono la percezione del piacere in caso di guadagno e il rapporto con le perdite.
La paura della perdita esiste ed è quella che, se non gestita, porterà ad agire in maniera scorretta, ovvero negativa per la gestione del proprio bankroll.

Se il rispetto dei consigli relativi alla gestione del rischio puro serve per minimizzare le perdite, e di conseguenza per ridurre al massimo l’effetto psicologico che una perdita può avere su ciascun individuo, è altrettanto importante capire quale sia, per ciascuno di noi, il livello di tolleranza verso le perdite, ovvero quale sia il livello di perdita che siamo psicologicamente disposti ad accettare senza essere portati a modificare il nostro approccio all’investimento.

Se sottoscriviamo un qualsiasi prodotto di investimento con un istituto finanziario, saremo tenuti a compilare un questionario, chiamato MIFID, il quale, attraverso alcune domande unite ai dati personali, definirà il nostro profilo di investitore (conservatore, equilibrato, intraprendente).
E’ chiaro che, se siamo qui ad analizzare il mercato delle opzioni binarie, il nostro profilo non potrà che essere intraprendente. Ho già scritto più volte che stiamo parlando di investimenti ad alto potenziale di guadagno ed alto rischio. Ma, lo stesso, vorrei che ciascuno si ponesse delle domande, prima di iniziare ad operare:

  1. Quale capitale sono disposto a dedicare a questo trading?
  2. Che percentuale rappresenta, questo capitale, sul totale del mio patrimonio mobiliare?
  3. Ipotizzando che, dopo un periodo, il mio capitale si sia ridotto del 50%, quale sarebbe la mia reazione? Mollo tutto per salvare almeno il capitale rimasto / Persevero, sapendo di aver seguito le giuste linee guida che mi porteranno, col tempo, ad avere guadagno / Immetto nuovo capitale

Non esiste una risposta corretta o sbagliata alla prima domanda.
Esiste una risposta corretta, o meglio una risposta ragionevolmente corretta alla seconda domanda.
Esiste invece una risposta assolutamente corretta alla terza.

Quale capitale sono disposto a dedicare a questo trading?
Come detto, non esiste una risposta precisa. Ognuno conosce la propria situazione finanziaria. Quello che di solito consiglio è di scegliere un capitale semplicemente rinunciando ad un’altra spesa. In questo modo non sentirò il peso della scelta. Dopotutto, avevo già deciso che quella somma l’avrei spesa, giusto? Ero già pronto a separarmi da quella somma. Bene, in questo caso mi “separerò” in maniera solo parziale, in quanto quella somma resterà mia e sarà usata per creare valore.
Ovviamente, però, c’è anche l’altro aspetto da considerare, ovvero il rapporto tra investimento e bankroll. Se ipotizzo un approccio Standard, e scelgo un trader che mi consenta di operare a partire da 10 euro, potranno essere sufficienti 1.000 euro per entrare nel mercato ed ottenere profitto.
Rendiamoci conto che stiamo parlando di un mercato dall’altissimo potenziale di guadagno, quindi già con una somma modesta come 1.000 euro potremo ottenere risultati interessanti.
Qual è questa somma, per te?

Che percentuale rappresenta, questo capitale, sul totale del mio patrimonio mobiliare?
Se dopo aver definito una somma, la percentuale in risposta a questa domanda è superiore al 10%, forse è meglio rivedere qualcosa o meglio porsi una domanda aggiuntiva: sono veramente sicuro che questa somma non mi influenzerà emotivamente, nel momento in cui la andrò ad investire in un’attività rischiosa?
Dopo essermi chiarito, ed aver eventualmente abbassato la somma, posso passare alla terza domanda.

Ipotizzando che, dopo un periodo, il mio capitale si sia ridotto del 50%, quale sarebbe la mia reazione?
Qui la risposta corretta è una ed una sola. Perseveranza. Continuare a fare le cose corrette che porteranno al risultato. Non ha senso mollare tutto. Non ero forse disposto a destinare questa somma al trading? Non ha nemmeno senso mettere nuovo capitale (a meno che, quanto investito, non fosse veramente una parte molto molto bassa del nostro patrimonio). Violerei quanto imposto a me stesso nei punti precedenti.
In conclusione:

Considerato che i brokers hanno dei tagli minimi di investimento variabili dai 10 ai 25 euro, il mio consiglio è di iniziare con un capitale variabile tra i 1.000 euro e i 5.000 euro e scegliere conseguentemente il broker più adatto per le mie esigenze.